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Parola del Giorno

Martedì, 17 marzo 2020

Nella Parola del Giorno di oggi:

RAPPRESENTARE LA PARABOLA DEI LUNGHI CUCCHIAI

Con questo articolo puoi consultare il materiale allegato e leggere il messaggio integrale di Don Giampiero, fruibile anche in forma audio cliccando sul tasto Play qui sotto.


Ciao!

Ci prepariamo a celebrare la Festa di S.Giuseppe che è colui che si prende cura e ci custodisce (così come ha fatto con Gesù e Maria).

Giovedì 19 marzo alle ore 21:00 la Chiesa che è in Italia promuove un momento di preghiera per tutto il Paese invitando ogni famiglia e ogni fedele a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora.

https://www.youtube.com/watch?v=2xxa-1aAlzE

Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa. TV2000 (canale 28 del digitale terrestre) offrirà la possibilità di condividere la preghiera in diretta: aderiamo tutti a questa splendida opportunità.

Oggi, oltre alla liturgia della Parola e all’omelia di Papa Francesco nel video che trovate qui sopra, vi propongo una storia che ha a che fare con la Parola di Dio che ci parla, nella prima Lettura, della misericordia di Dio in un momento particolarmente difficile della vita del popolo di Israele (credo che sia proprio di attualità per la situazione che stiamo vivendo), ma come dall’esperienza della misericordia deve nascere il perdono e l’amore verso i fratelli (il Vangelo) che, se diventa reciprocità, è esperienza di Paradiso: ecco allora La Parabola dei Lunghi Cucchiai, che già conoscevo, ma che ieri mi è stata ricordata con un messaggio sul telefono.

In questo breve racconto indiano una grande verità, che dovrebbe essere uno spunto per interessanti riflessioni sulla nostra esistenza. Quasi sempre la soluzione ai problemi del mondo, piccoli o grandi, di guerre o di liti tra vicini di casa, è la condivisione e l’aiuto reciproco. Così potrebbe essere, ognuno mette a disposizione le proprie qualità, i propri talenti e le risorse in suo possesso per il bene di tutti, anche di noi stessi. E’ l’onda della nuova energia con cui nessuno perde e tutti vincono!

Un giorno, un sant’uomo chiese a Dio: «Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l’Inferno».

Dio condusse il sant’uomo verso due porte. Ne aprì una e gli permise di guardare all’interno. C’era una grandissima tavola rotonda. Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant’uomo sentì l’acquolina in bocca. Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall’aspetto livido e malato. Avevano tutti l’aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi, attaccati alle loro braccia. Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po’, ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio non potevano accostare il cibo alla bocca. Il sant’uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze. Dio disse: «Hai appena visto l’Inferno».

Dio e l’uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l’aprì. La scena che l’uomo vide era identica alla precedente. C’era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l’acquolina. Le persone intorno alla tavola avevano anch’esse i cucchiai dai lunghi manici. Questa volta, però erano ben nutrite, felici e conversavano tra di loro sorridendo. Il sant’uomo disse a Dio: «Non capisco!»

«E’ semplice» rispose Dio «L’inferno e il paradiso sono identici nella struttura, solo che in paradiso hanno imparato che il manico del cucchiaio troppo lungo, non consente di nutrire se stessi, ma permette di nutrire il proprio vicino. Perciò hanno imparato a nutrirsi gli uni con gli altri! Quelli all’inferno invece, non pensano che a loro stessi».

Mi sembra particolarmente bella e propongo ai bambini e alle famiglie di rappresentarla con un fumetto o un disegno e di mandarcela via WhatsApp al numero 331 8 35 49 35 o via mail all’indirizzo parrocchiasimonegiuda@gmail.com.

Continuiamo a rimanere uniti nella preghiera e rivolgiamoci in particolare a S. Giuseppe (vi allego la preghiera che ogni sera il Vescovo recita al termine della Messa) e a S.Emidio.

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa.
Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, guarda, te ne preghiamo, con occhio benigno a noi, che siamo l’eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e con il tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri bisogni spirituali e materiali.
Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, la Chiesa e l’intera
umanità; allontana da noi, o Padre amatissimo, la peste di errori, di vizi e di mali che ammorba il mondo (in particolare liberaci dal coronavirus!).
Assistici propizio dal cielo nella lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle insidie dei nemici e da ogni avversità.
Stendi sopra ciascuno di noi la tua protezione, affinché seguendo il tuo esempio e grazie il tuo aiuto, noi possiamo vivere in pace, morire nella grazia di Dio, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Amen!

Vi ricordo, come ogni giorno, l’appuntamento alle 17:40 con la Messa del Vescovo – sempre, in diretta, su TVRS (canale 111), su Radio Ascoli (alle frequenze FM 103.0 / 87.5 / 98.1 / 90.1 oppure attraverso la diretta streaming) o sulla pagina Facebook della Diocesi di Ascoli Piceno – e di unirci spiritualmente alle 18:30, al suono delle campane, alla celebrazione che io farò in chiesa.

Vi saluto con affetto.

Don Giampiero